martedì 25 febbraio 2014

A certe altezze... (Dedicato a Francesco Di Giacomo)

(I miti di timi)


A CERTE ALTEZZE (ho poco tempo Andrea)
       
A certe altezze, si fanno più leggibili, le parti fisiche, di una terra, sempre più gnoma, boccia, pallino, punto puntino, punto, appunto.
      A certe altezze, braccia e gambe, e seni e ventrame sparpagliato, alterni a tessuti muscolari, viadotti e vialetti, terminali nervosi e l’intestino enorme. Autostrade, strade, autosentieri, colline e montagne e mo’ basta! Nella somma di puzze e odori celestrini da piastrellaio, quel cielo a noi così poco riverito, come un grande cesso pubblico.
      A certe altezze una serie di sussurri e sospiri, di grida e di dolcezze, di impressioni basse e bestemmie sante.  Su tutte il pensiero veloce di un bambino che scrive col dito per aria: “ pallone, palla, boccia, pallino, punto, puntino: voglio venire anch’io”.
      A certe altezze non si deve mai dire maestà. I re sono così lontani, a certe altezze.
 FRANCESCO DI GIACOMO

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