Va la ruota va (e intanto ci riporta Darwin!): intervista al BMS
Certe volte questo non sembra neppure un lavoro (anche se lo è, oh se dolorosamente lo è…). Incontrare il Banco del Mutuo Soccorso nelle squisite (e intelligentissime) persone di Francesco “Big” Di Giacomo e Vittorio Nocenzi , per esempio, appartiene senz’altro a questa casistica. Casistica che, come spiegò una volta l’avvocato Federico Buffa riferendosi al suo amato basket NBA, “uno – a discutere di pallacanestro – potrebbe farlo pure gratis, però se lo pagano è decisamente meglio”. Soprattutto se, nel caso dello storico gruppo capitolino, gli argomenti sono puntualmente tanti ed eterogenei, l’occasione è di lusso (la ristampa definitiva di Darwin!, pietra miliare del progressive mondiale datata 1972) e c’è da disquisire pure di un brano inedito (la drammatica Imago Mundi) realizzata in collaborazione con un certo Franco Battiato… Bene, appurato questo, mi fermo qui e lascio subito la parola ai miei due interlocutori. Intercettati nel “giardino del mago” durante un radioso pomeriggio di inizio giugno meneghino. Non di 750mila anni fa, ma solo della settimana scorsa.
Diciamo che o voi o la Sony ci avete – come dire? – “preso
gusto”. L’anno scorso la sontuosa ristampa di Salvadanaio per il quarantennale
del Banco, quest’anno il lavoro certosino su Darwin!…
“(Vittorio Nocenzi) Beh, finché troveremo un modo
per proseguire all’insegna della qualità, non ci verrà mai voglia di dire
basta… (sorride) Hai fatto bene ad usare il termine ‘certosino’ perché il
segreto di questa rivitalizzazione di Darwin! sta tutto lì: aver valorizzato il
disco originale trasferendo le sue primigenie 8
piste analogiche sulle attuali 40 digitali. Non vorrei passare
troppo per tecnico, perciò fai conto che ascoltare questa ristampa sarebbe come
vedere i fotogrammi di Amarcord di
Fellini con il valore aggiunto del Super HD”.
Per non dire del concerto inedito che compare nel secondo CD. Vere
e proprie colate di miele e ambrosia per chi ama il progressive senza tempo…
“(V.N.) Già, confrontare gli arrangiamenti originali
di Darwin! con quelli dello show del settembre 2012, registrato all’Anfiteatro romano di Cassino,
rappresenta un’esperienza appagante e intrigante allo stesso tempo”.
Ragionando così – ossia all’insegna della qualità – pensate che
prima o poi ci dovremo aspettare anche le mega-ristampe di Io Sono Nato Libero (1973) e Come In Un’Ultima Cena (1976)?
“(V.N.) Non poniamo limiti alla provvidenza! Se le
proposte artistiche della Sony saranno all’altezza della situazione e se avremo
tra le mani un’altra canzone inedita (e non “bonus-track” che ritengo orribile
come termine…) a cui dare visibilità, perché no? Prendi la stessa Imago Mundi con
le sue liriche che parlano di involuzione del mondo: dopo l’evoluzione di Darwin!, filosoficamente parlando, ci stava a pennello
come chiusura del cerchio. Ci sembrava un degno sipario su di un racconto
iniziato tanti anni fa e ora portato a termine da tre uomini adulti e maturi come me, Francesco e Franco”.
Cosa si prova a incidere finalmente un brano
nuovo? Voglio dire: da questo punto di vista il Banco era fermo a Nudo che stava sul disco omonimo del
1997. Roba di ben sedici anni fa.
“(Francesco Di Giacomo) Mmh, sinceramente non mi
appassiona più di tanto realizzare cose ‘nuove’. Ogni volta mi assale il
solito, annoso dubbio e finisco col domandarmi: ok scriviamo nuova musica, ma a livello di testi io in definitiva
cos’ho da dire? Sai,
la musica puoi riproporla e mutarla quanto vuoi, basta un semplice cambio di
tonalità, ma le parole quelle sono. E in quest’epoca restano sempre di meno…”
Stiamo parlando di un consapevole blocco dello scrittore, Big?
“(F.D.G.) Il fatto è che io resto una persona molto pigra e tendente a infastidirsi parecchio:
mi viene un’idea e subito dopo parte l’immancabile litania del ‘già visto, già
scritto, già fatto, già detto, già cantato’… Magari, prima o poi,
l’ispirazione tornerà. Sotto forma di entusiasmo e non di strategie
commerciali condotte da una grande casa discografica. Perché di quello ho
bisogno io, di puro e incontenibile entusiasmo. L’entusiasmo, quando arriva, ti stravolge dal di dentro.
Non ce n’è più per nessuno…”.
“(V.N.) Big ha assolutamente ragione. Se lui
scrivesse – che so? – ‘Tramonto Nero’ tu,
per associazione d’idee, non penseresti mai al gelato alla fragola… Se io
invece facessi sul mio pianoforte un accordo in minore magari ti verrebbe in mente quell’ultimo, malinconico cono gelato
consumato in compagnia della tua fidanzata d’allora. Oppure
rifletteresti sul mal di denti che ti procura il contatto col gelo. Come vedi
sono mondi differenti, musica e parole”.
Sì, ci sta. Come ci sta che la tanto mitizzata biografia cartacea del Banco (ne parlate da anni ormai) stia uscendo a puntate nei voluminosi booklet
delle riedizioni di B.M.S. e Darwin!…
“(V.N.) Beh, in fondo l’autore è sempre lo stesso,
ossia il bravissimo Francesco Villari.
Mentre la coerenza da pessimi storici appartiene in toto al Banco! (ride)”.
Uhm, non capisco.
“(V.N.) Sì, parlo di coerenza deleteria perché, se
andremo avanti così, ci sarà il rischio che quel libro sulla band non uscirà
mai. Oppure che sarà pronto giusto per un altro quarantennale del Banco: nel
2052, sempre se ci saremo ancora…”
Scherzi a parte, a che punto è il volume di Villari?
“(V.N.) Credo che sia pronto per almeno due/terzi.
L’autore è arrivato alle vicende diCome In Un’Ultima Cena e ha già completato gran parte degli
anni ’80 e ’90. Però, al momento, non so dirti se qualcuno lo pubblicherà…”
Ok, faccio il tifo per l’eventuale editore. Una cosa certa, però,
è che voi un altro Darwin! lo pubblicaste nel 1991 per l’allora Virgin.
Risuonandolo integralmente…
“(V.N.) Già, e non penso che esistano tanti
altri gruppi al mondo capaci di risuonare sia il primo che il loro secondo
album come facemmo noi… A distanza di oltre vent’anni resto
molto affezionato a quel Darwin! anche perché fu frutto di un lavoro parecchio
attento, scrupoloso e filologico: L’Evoluzione incisa nel
1991 supera perfino l’originale che tutti conoscono. Perché nel ’72 c’era sicuramente
più ingenuità mista a poesia; mentre nel disco della Virgin più rispetto verso
una musica che, col tempo, era diventata patrimonio collettivo tra gli amanti
del Banco”.
Che mi rispondete se sostengo che Darwin!, artisticamente parlando,
supera addirittura Salvadanaio alla stessa maniera in cui Il Padrino – Parte II è meglio del
primo capitolo?
“(F.D.G.) Ti dico che non do grande importanza a
queste cose. Darwin!, in
fondo, fu solo il frutto di una nostra sconfinata curiosità mischiata a una certa
furia creativa.E per ‘furia’ intendo un concetto quasi assimilabile alla fretta…
(riflette) Solo che, lavorando così, non esiste mai una regola fissa: può venirti
fuori un capolavoro oppure un disco peggiore di quello fatto in precedenza”.
Tu, ad esempio, da che parte stai?
“(F.D.G.) Io, se devo essere onesto, ritengo che il Banco
del Mutuo Soccorso abbia superato se stesso solo in Io Sono Nato Libero del
1973: resta quello, a mio avviso, il nostro album semplicemente perfetto. Ok, mi rendo conto di
stare spostando la conversazione su di un fattore egoistico, ma per me solo un
unico brano di Darwin! può competere in potenza con il disco che
avremmo pubblicato in seguito. E quel brano ovviamente è 750.000 Anni Fa… l’Amore?”.
“(V.N.) Io mi spingo ancora oltre dicendoti che è …Di Terra il
nostro lavoro migliore. E stiamo parlando di un disco del 1978, uscito circa
sei anni dopo Darwin!. Sai,
ai tempi dei primi due album eravamo inseriti dentro una sorta di imbuto creativo
e la nostra concentrazione era ai massimi livelli. Era quasi inevitabile che B.M.S. eDarwin! provenissero
dallo stesso humus rigoglioso visto che, in pratica, vivevamo, mangiavamo e dormivamo
in sala-prove (la leggendaria “Stalla” di Marino, nei dintorni dei Castelli
Romani, Ndr)! Dopo ci guardammo intorno, diventammo ancora più adulti e allargammo
la nostra visione complessiva della musica tant’è che nello stesso … Di Terra c’era un’intera orchestra sinfonica in
grado di dialogare contemporaneamente con il mio pianoforte e con un gruppo
rock al gran completo.C’erano i synth analogici che si fondevano col caldo suono degli
oboe… Che meraviglia!”.
Ricordate un concerto milanese che vi è rimasto particolarmente
nel cuore?
“(V.N.) Come no? Arena Civica, 10mila spettatori
paganti, impianto-audio ‘prestatoci’ dai Pink Floyd, sarà stato il ’78 o il ’79…
Salii sul palco alle nove del mattino portandomi dietro il pranzo al sacco (un
panino alla mortadella!) e scesi solamente all’una di notte. Volevo godermi il
momento fino all’ultimo… Francesco, tu invece cosa ti ricordi?”.
“(F.D.G.) Uno show al Monte Stella,
ma ora l’anno esatto mi sfugge… Ricordo però che era estate e c’erano un milione di zanzare! Ma il
concerto venne benissimo”.
Ultima domanda: quando vi rivedremo dal vivo a Milano?
“(F.D.G.) Quest’autunno. Il prossimo 6 ottobre al Teatro Carcano”.
“(V.N.) E in quel caso faremo pure un omaggio al
grande Enzo Jannacci!”.
Il “nuovo” Darwin! è in circolazione da qualche giorno sia in versione doppio CD che
triplo vinile. Entrambi i formati includono sia un concerto dal vivo registrato
a Cassino nel settembre del 2012 (riproposizione integrale della scaletta del
disco del ’72) che il brano inedito Imago Mundi la cui musica è stata composta
da Vittorio Nocenzi mentre al canto si alternano lo stesso Nocenzi, Francesco Di Giacomoe l’ospite di lusso Franco Battiato. Ne circola anche un video molto poetico con le immagini fornite
per l’occasione da Greenpeace. Definitivamente imperdibile.
Simone Sacco
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